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La scintilla del cambiamento

Cambiamento: negli ultimi tempi parola tanto inflazionata quanto fraintesa.

Solitamente, quando le persone sentono dentro di sé delle forti resistenze e difficoltà a mettere in atto un cambiamento – anche fortemente voluto – il primo aspetto sul quale lavoriamo insieme, è comprendere che il cambiamento, quello vero, parte dall’interno, non dall’esterno.

Questo è il punto cardine che spesso si sottovaluta o non si prende in sufficiente considerazione, magari perché insicurezze e bassa autostima bloccano le azioni che si vorrebbero intraprendere, oppure perché si sceglie di rimanere in sospeso nell’attesa illusoria “che prima o poi arriverà qualcosa o qualcuno e le cose cambieranno”.

In realtà è nel momento in cui noi cambiamo le nostre convinzioni e credenze e ci allineiamo con noi stessi (interno), che siamo poi in grado di portare il cambiamento desiderato negli aspetti esterni della nostra vita (relazioni, lavoro, vita sociale) e lo facciamo mettendo in atto nuove scelte e azioni in linea con la nostra ritrovata autenticità.

Per uscire da una situazione di stallo, occorre infatti lasciar andare convinzioni e credenze limitanti e depotenzianti, per fare spazio a un nuovo mindset, ovvero una nuova predisposizione d’animo e un nuovo modo di vedere le cose.

Fare questo, ti consentirà anche (e non soltanto) di:

  • Imparare a trasformare difficoltà e conflitti in opportunità di crescita, affinché portino a un processo di evoluzione consapevole;
  • Mantenere il focus sui tuoi bisogni e obiettivi e porre sani confini dove necessario;
  • Mettere in gioco la tua creatività costruttiva;
  • – Uscire dal condizionamento imperante che ti circonda, che continuerà ad esserci, ma che sarai in grado di fronteggiare senza farti più travolgere né condizionare;

Per creare la nuova realtà che desideri occorre accendere la scintilla del cambiamento.

La scintilla del cambiamento Sei Tu!

Un grande abbraccio dal cuore

Paola

Relazioni: la tua prima scelta

  • Come posso imparare ad amarmi?
  • Vorrei chiudere una relazione nella quale sto male, ma non ce la faccio, come posso fare?
  • Quando decido di dedicarmi del tempo e fare qualcosa per me, il mio compagno/a si sente escluso, io mi sento in colpa e poi la volta dopo lascio perdere e rinuncio;

Queste sono alcune delle domande e considerazioni che spesso le persone mi rivolgono quando vogliono mettere in atto un cambiamento in ambito relazionale, ma si sentono bloccate e timorose nel farlo.

In generale, per essere equilibrato e duraturo nel tempo, un cambiamento necessità di due elementi fondamentali:

  1. La volontà unita a determinazione;
  2. Un probabile e costante cambio di priorità e abitudini nel proprio quotidiano;

Le difficoltà correlate al primo elemento (volontà e determinazione), sono spesso legate alla resistenza a uscire dalla propria zona confort, a lasciar andare routine e comportamenti consolidati che, anche se non risuonano più con la persona che sei ora, per la mente continuano a rappresentare una fonte di apparente sicurezza. Quindi, a un intento espresso a parole non corrispondono azioni e comportamenti nella stessa direzione. Ad esempio continui a rimanere in una relazione che si fonda sulla mancanza d’amore e rispetto reciproco perché sei convinto ti sentiresti solo e “non potresti farcela” senza lui/lei.

In questi casi il tassello mancante è in primis la mancanza di sicurezza e amore verso di te. Qui entra in gioco il secondo elemento: imparare a diventare prioritari per sé stessi. Magari fai salti mortali per accontentare e comprendere i bisogni e le richieste di tutti ed “esserci sempre”, per poi sentirti svuotato, stanco e frustrato, con poco tempo ed energia per te. Nelle relazioni affettive il senso di frustrazione può nascere anche dalla mancanza di ascolto e comprensione reciproci, che nei fatti si traduce in una presenza effettiva e affettiva sbilanciata e a senso unico.

All’origine di queste dinamiche comportamentali, ci sono spesso cause antiche e profonde, che vanno ricercate anche molto indietro nel tempo: nell’infanzia e nel mancato riconoscimento del Sé da parte dei genitori: un bambino che cresce in una famiglia nella quale viene riconosciuto nella sua identità più profonda e accolto così come è, crescerà in equilibrio, in uno stato di integrità e sana fluidità nell’esprimere sé stesso, le sue qualità ed energie. Per questo bambino, nell’età adulta sarà naturale rispettarsi e volersi bene.

Forse per te non è stato così. Ma questo non si significa che tu non possa cambiare le regole che fino ad oggi hanno governato la tua vita e il tuo modo di stare in relazione con te stesso e con gli altri.

Magari pensi che “il motore della tua vita” sia da ricercare all’esterno, ritieni che tutto cambierà quando arriverà la persona giusta che ti comprenderà, accetterà e amerà così come sei.

Ma non funziona così.

La persona che cerchi e che può darti tutto questo c’è già: sei tu.

Tu per primo devi amarti e accoglierti con amorevolezza e compassione, e se finora non è stato così puoi cambiare rotta e iniziare a farlo da oggi, a piccoli passi.

Fai splendere la luce che è in te..

Il resto verrà da sé.

Se uscire dalle tue paure e condizionamenti risulta difficile o preferisci essere accompagnato nel farlo, potremo fare questo passo insieme, in un percorso su misura per te.

Per info sui percorsi di Consapevolezza e Potere Personale scrivimi a: info@paolatorti.com

Un abbraccio grande, al tuo benessere interiore

Paola


Senza sforzo

Spesso, chi è nato e cresciuto in contesti familiari disfunzionali e problematici può aver sviluppato a scopo compensativo e per istinto emotivo di sopravvivenza, un’eccessiva tendenza al controllo, spesso unita allo sforzo e propensione a inseguire situazioni e persone ambigue e sfuggenti.

Molte volte questa dinamica comportamentale nasce per colmare una mancanza d’amore, reale o percepita, durante l’infanzia.

Ma questa modalità di “stare nella vita”, oltre a essere a sua volta disfunzionale e gravosa, porta con sé il rischio (per non dire la certezza), di rimanere ciclicamente e per lungo tempo intrappolati in emozioni e spirali dolorose, poiché lo sforzo di controllare e inseguire ciò che è ambiguo e sfuggente, tenderà a ripresentarsi anche in altri contesti e con persone di nuova conoscenza.

Portare consapevolezza a questa dinamica comportamentale è il primo passo per interrompere il meccanismo che la origina, ponendo le basi, giorno dopo giorno, di un nuovo modo di stare nella vita, più sano ed equilibrato, nel quale c’è spazio per la flessibilità di pensiero e di vedute e per una sana padronanza di sé nell’affrontare le sfide e i cambiamenti che la vita presenta.

Poi ricorda: non c’è nessun vantaggio nell’inseguire chi non vuole essere raggiunto, osserva Madre Natura, che è maestra di vita: se provi a rincorrere farfalle e libellule esse voleranno via senza farsi prendere, se invece utilizzerai quello stesso tempo per prenderti cura con amore e impegno di un angolo di giardino vedrai che farfalle e libellule ne saranno spontaneamente attratte e verranno a te.

Inizia a seguire Te: amati ogni giorno con impegno e compassione coltiva il giardino della tua anima con pensieri e gesti costruttivi, amorevoli e gentili: ascolta i desideri del tuo cuore e stai a vedere che succede.
Se desideri approfondire l’argomento o per maggiori info sui Percorsi di Consapevolezza e Crescita Personale scrivimi: info@paolatorti

Potere Personale: libera la vera forza della tua vita

GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Incontro circle time nella Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne

condotto dalla dott.ssa Paola Torti – Professional Counselor – Istruttrice Mindfulness Psicosomatica – Australian ABFE Certified Consultant

L’incontro si svolgerà a Lucca Venerdì 25 novembre alle 20.45 (in presenza e online).

Per informazioni e prenotazione (obbligatoria entro martedi 22 novembre)

inviare mail a: info@paolatorti.com  

www.paolatorti.com

La cura

La Cura

Il 21 settembre si celebra la Giornata Mondiale dell’Alzheimer, un momento importante per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema e favorire il dibattito sull’inclusività, superando lo stigma sociale e l’isolamento che talvolta circondano ancora questa malattia.

Quando si parla di Alzheimer e, in generale, di malattie neurodegenerative, una tematica che spesso rimane in secondo piano, riguarda le difficoltà emotive e il senso di profonda solitudine che vivono i familiari che assistono questa tipologia di malati.

Durante il decorso iniziale della malattia, i malati sono spesso assistiti principalmente da uno o più familiari, i quali a loro volta possono avere problemi e difficoltà di natura emotiva, magari dovuti proprio allo stress della situazione contingente e che necessitano perciò a loro volta di supporto e sostegno, non soltanto pratico, ma anche e soprattutto emotivo.

Tra gli aspetti più drammatici e dolorosi che si è chiamati ad affrontare, c’è senza dubbio quello di assistere alla progressiva e inesorabile perdita della memoria (e quindi dei ricordi), da parte del malato, periodo durante il quale i familiari tentano di prepararsi, o meglio in fondo al cuore, “non prepararsi” – a quando un giorno, forse, la persona a cui vogliono tanto bene, non li riconoscerà più.

Un’altra circostanza che provoca profondi sensi di colpa, ma anche frustrazione e rabbia, è la difficile e dolorosa decisione di ricoverare il malato in una struttura, scelta ancora più difficile e sofferta se i familiari chiamati a decidere hanno pareri contrastanti in merito.

Non va inoltre sottovalutato il fatto che, talvolta, con il familiare che necessita di assistenza, possano sussistere da tempo tematiche irrisolte, oppure i rapporti prima della malattia erano problematici e conflittuali, situazioni, anche queste, che suscitano divisione interna, sensi di colpa, stati d’animo contraddittori, rabbia e desolazione.

Questi sono aspetti dei quali può essere difficoltoso parlare e, molto spesso, i familiari esitano ad aprirsi e condividere i propri stati d’animo per il timore di essere giudicati e, di conseguenza, sentirsi ancora più soli e incompresi.

Di fronte a tutto questo, è umano e comprensibile che, i primi sentimenti che si affacciano nell’anima possano essere paura, angoscia, un indefinibile senso di disorientamento e una sensazione di profonda solitudine, come se nessuno potesse capire quello che si sta attraversando.

Ma questi sentimenti, anche se comprensibili e giustificati, non devono impedire di affrontare queste situazioni con uno sguardo che non si lascia frenare dai limiti che la malattia impone, ma che ha il coraggio di lasciarsi guidare dall’amorevolezza e compassione, non soltanto nei confronti del malato, ma anche e soprattutto verso sé stessi e le contraddizioni che si stanno vivendo: anche questo è “cura”.

Volersi bene significa prendersi cura del dolore che si sta attraversando, anche attraverso l’accettazione dei sentimenti e stati d’animo contraddittori che lo accompagnano, perché fanno parte della natura umana ed è giusto dar loro spazio senza respingerli, né giudicarsi negativamente, aprendosi così alla compassione verso sé stessi.

Anche in Natura una ghianda non deve guastarsi o consumarsi per dare nutrimento alla quercia che l’ha generata, ma è nella Natura delle cose che quella piccola ghianda cresca e diventi a sua volta albero: facendo questo proseguirà e onorerà anche le sue radici.

Dal cuore un abbraccio profondamente sentito a tutti coloro che vivono da vicino questa malattia e un pensiero speciale per Te Gemma: ovunque sei vivi nel cuore, mamma.

Paol Torti Professional Counseling

RITORNA A FIORIRE

Riscoprire il piacere della vita, assaporare la bellezza di gesti ai quali forse non davamo sufficientemente importanza o consideravamo scontati, quali il calore e il senso di appartenenza donato da un abbraccio, la bellezza di un sorriso sincero che arriva dritto al cuore, il messaggio che una stretta di mano può trasmettere.

Credo che uno dei modi più belli e significativi per accogliere l’arrivo della Primavera, sia quello di andare oltre i condizionamenti e onorare con le nostre scelte e azioni il Valore del Tempo e della Libertà: la nostra Vita.

Ogni giorno.

Felice Equinozio di Consapevolezza e Ritorno alla Luce

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EMPATIA E RISPETTO

Talvolta non conosciamo e non possiamo vedere la pressione cui sono sottoposte altre persone. Allo stesso modo, gli altri non conoscono gli stati d’animo e magari il dolore che stiamo provando. Che si tratti di lavoro, relazioni, famiglia, o amici, le persone che incontriamo sul nostro cammino stanno magari combattendo battaglie di cui non sappiamo assolutamente niente.

Per questo è importante imparare a osservare quella parte di noi che giudica e limita e la cui spinta trae origine dal nostro interno. Su questo aspetto infatti possiamo intervenire, proprio perché nasce dentro di noi. Aprendo la mente e il cuore, è possibile lasciar andare un passo alla volta il giudizio fine a sé stesso, acritico e non-costruttivo e dirigersi verso nuovi modi di comunicare e, soprattutto, di incontrare l’altro: con rispetto ed empatia.

Diamo spazio al Cuore e incontriamoci lì.

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RELAZIONI E COMUNICAZIONE

Con il linguaggio e il nostro modo di comunicare possiamo fare la differenza nell’ambiente intorno a noi e quindi favorire un’atmosfera serena e distesa, oppure ostile e disarmonica. In una conversazione infatti non portiamo soltanto le nostre parole, ma anche emozioni e stati d’animo che in quel momento ci accompagnano e tutto questo arriva a chi ci sta ascoltando. Quando parli e ascolti scegli di essere presente nella tua totalità, le tue relazioni ne beneficeranno!

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MINDFULNESS PSICOSOMATICA PER IL BENESSERE NELLA VITA LAVORATIVA

“Il miracolo non è quello di camminare sulle acque, ma di camminare sulla terra verde nel momento presente e d’apprezzare la bellezza e la pace che sono disponibili ora.” – (Thich Nhat Hanh)

Benessere interiore e vita lavorativa sono strettamente correlati: quanto più una persona è aperta e consapevole delle proprie risorse mentali, emotive e fisiche, quanto più saprà attingere ad esse nell’affrontare situazioni stressanti o che creano difficoltà, tensione e ansia, senza farsi trascinare da impulsività o reattività del momento, ma rispondendo in modo equilibrato alle circostanze e necessità contingenti.

I ritmi di lavoro e di vita odierni, rendono difficile la conciliazione tra le nostre necessità e attitudini individuali e quanto ci viene richiesto a livello professionale e sociale.

Vediamo alcuni aspetti che creano maggiore difficoltà e che possono essere condizionanti per il benessere psicofisico:

  • Mancanza di separazione netta tra lavoro e altro: si torna a casa e si continua a lavorare, con il cervello e con il telefono. Smartphone e internet hanno fatto uscire il lavoro dai confini degli uffici-luoghi di lavoro, riducendo o eliminando la separazione casa-lavoro-hobby-altro…
  • Multitasking, è un bene o un male? Fare più di una cosa alla volta riduce l’attenzione e aumenta la superficialità dei contenuti. Essere coscienti e concentrati su un argomento principale permette di analizzarlo, risolverlo e introdurre creatività nella soluzione.
  • Distrazioni multiple e continue, come tenerle a bada?

Le distrazioni nel mondo lavorativo attuale sono in aumento costante, occorre essere consapevoli che alcune sono appunto “distrazioni” e vanno trattate come tali. L’uomo è un animale assetato di informazioni e si lascia trasportare senza una meta e senza sosta, ma subire informazioni senza comprenderle ed analizzarle non ha valore aggiunto, sapere qualcosa solo per il solo “gusto” di saperla è inutile.

  • Nella giornata lavorativa, il lavoro non ha fine temporale: ovvero non riusciremo mai a fare tutto quello che potremmo o a chiudere tutte le pratiche aperte, quindi vanno fatte delle scelte. Occorre essere coscienti e centrati nel saper dire di no in base alle priorità e non in base alle esigenze temporali.
  • Immersi nella frenetica quotidianità, si fa fatica a trovare la “passione”, ovvero l’aspetto del piacere nel fare le cose, ci vuole coscienza e allo stesso tempo creatività, per alimentare la nostra necessità quotidiana di soddisfazione nel fare qualcosa.

La pratica della Mindfulness, risulta essere di grande aiuto nell’affrontare, o meglio “attraversare”, queste difficoltà, in quanto aiutando le persone a rimanere nel momento presente, rinforza la capacità di rispondere alle esigenze e circostanze del momento con maggiore equilibrio e centratura.

Numerosissime ricerche e studi scientifici di livello internazionale, hanno validato l’efficacia e utilità della mindfulness in molteplici ambiti:

  • Riduzione di stress, ansia e depressione,
  • Riduzione di aggressività e impulsività;
  • Capacità di accrescere l’autostima;
  • Migliorare l’intelligenza emotiva – gestione delle emozioni e dell’empatia
  • Miglioramento della capacità di orientarsi verso soluzioni funzionali e produttive (problem solving);
  • Maggiore apertura verso le novità e possibilità;
  • Incremento della capacità di circoscrivere problemi e criticità alla realtà contingente;
  • Maggior apertura mentale e propensione ad attingere alla propria creatività nella gestione e risoluzione di conflitti;
  • Miglioramento abilità comunicative;
  • Rinforzo dell’attitudine e apertura all’ascolto 
  • Migliorare la comunicazione e l’attenzione in ambito lavorativo e scolastico.

Il termine Mindfulnessè la traduzione della parola Pali “sati”, che significa consapevolezza. Indica uno stato di “pienezza della coscienza”, nel quale si sperimenta uno stato di consapevolezza del momento presente, esente da giudizio, stando nel corpo, nel “qui e ora”. Le origini della mindfulness affondano nella filosofia buddhista e l’introduzione della sua pratica in ambito medico-terapeutico, è avvenuta grazie agli studi del biologo e professore americano Jon Kabat-Zinn – della School of Medicine dell’Università del Massachusetts – il quale fondò, alla fine degli anni Settanta, la Stress Reduction Clinic all’Università del Massachusetts, dove sviluppò il suo programma per la Riduzione dello Stress e per il Rilassamento (dall’inglese, Stress Reduction and Relaxation Program.

Ne corso degli anni, il suo programma di riduzione dello stress attraverso la mindfulness (MBSR), ha portato alla nascita di nuovi programmi terapeutici applicati in molteplici campi.

PROTOCOLLO MINDFULNESS PSICOSOMATICA (PMP)

La Mindfulness Psicosomatica (PMP), è un sistema orientato alla consapevolezza di sé e alla crescita personale, che associa alla pratica della mindfulness, tecniche di consapevolezza corporea, emotiva e cognitiva, quali body flow, esercizi di energetica (dolce e forte), body scan psicosomatico (1°grado intensità), consentendo di sperimentare uno stato di consapevolezza globale di sé, che supera la divisione mente, corpo, emozioni.

L’ approccio integrato (corporeo-emotivo-cognitivo) che si sperimenta nel corso degli incontri, risulta particolarmente utile anche nella riduzione di:

  • Iperattività mentale;
  • Chiusure emotive;
  • Bassa sensibilità corporea e rigidità nel corpo

La Mindfulness Psicosomatica PMP prevede tre tecniche fondamentali:

CONSAPEVOLEZZA DEL RESPIRO – MINDFULNESS

E’ l’esperienza centrale degli incontri del percorso e consiste nel portare l’attenzione al proprio respiro e ai movimenti dell’addome nelle fasi di inspirazione ed espirazione, stando presenti a quello che c’è, momento per momento, con atteggiamento accogliente e non giudicante.

Con il proseguire della pratica si arriva a poco a poco – ognuno con i propri tempi individuali – all’esperienza della consapevolezza del proprio respiro, che successivamente viene esteso alla consapevolezza dei propri pensieri, stati d’animo ed emozioni, fino a comprendere la realtà e ambiente che ci circonda(consapevolezza globale di sé)

Successivamente, si sperimentano le altre due principali tecniche del percorso:

BODY SCAN PSICOSOMATICO

Da questo spazio di percezione interiore, proseguendo l’ascolto consapevole del respiro, si porta gradualmente l’attenzione nelle varie parti del corpo, descrivendo le sensazioni e l’esperienza che si prova, momento per momento.

Si tratta di “guardare” e accogliere le esperienze interne – piacevoli e spiacevoli- senza giudicarle, semplicemente accogliendole per quello che sono.

Durante la pratica, portando l’attenzione al nostro interno, è possibile cogliere alcune differenze: ad esempio percepire parti del corpo più leggere o pesanti.

Prendendo consapevolezza delle tensioni (muscolari e posturali) e delle emozioni trattenute ad esse collegate, si impara a poco a poco ad accoglierli e scioglierli, trasformandoli in risorse ed energia per noi.

ENERGETICA (BODY SCAN ATTIVO)

Gli esercizi di Energetica Dolce (Yin) e Forte (Yang), sono finalizzati all’esplorazione dinamica del corpo in movimento, che consentono di portare consapevolezza alle energie corporee, fluide o bloccate.

In particolare, attraverso gli esercizi di energetica dolce si sperimenta il piacere della lentezza dei movimenti nella loro fluidità, il rilassamento, il senso di leggerezza e armonia, andando a sciogliere le tensioni muscolari e le principali protezioni di difesa collegate ai blocchi (petto, gola, stomaco e pancia) e zone del corpo con minore sensibilità (bacino e parte inferiore della schiena).

Gli esercizi di Energetica Forte consentono invece di accedere alle proprie capacità di difesa e forza, permettendo allo stesso tempo di scaricare gradualmente e in modo consapevole, l’aggressività. Con l’energetica yang si ricontatta la sensazione del proprio potere personale e il senso di radicamento nel proprio corpo.

Durante il percorso, si impara gradualmente ad attingere alle proprie risorse positive e potenzialità, recuperando energia, a beneficio del nostro equilibrio interiore e psicofisico, riscoprendo il piacere di esprimere il proprio potenziale e, quindi, di vivere pienamente.

JUDGMENTS AND CONDITIONING – GIUDIZI E CONDIZIONAMENTI

WATCH VIDEO: https://www.facebook.com/paola.mindfulness/videos/229086492125626

Judgments and Conditioning can limit behaviors and choices and therefore the
freedom to express fully yourself.
The time taken to pay attention to limiting beliefs takes away an enormous amount of energy, which
we often do not realize, because we are committed to managing the discomfort they cause.
Think about how much energy you lose when your mind is occupied with fears and doubts about
what you do when you also question choices that you feel strongly yours but, not being them for
others, you continue to postpone, moving away yourself from what you really feel yours.
Limiting beliefs give a narrow and distorted vision of reality, which leads to live with “the hand
brake”, blocked by feelings of guilt, fears and a sense of inadequacy, which find fertile ground in
insecurity and lack of confidence in your abilities.
In reality, much of the judgment that we perceive externally, born within us, in our mind: in fact,
people do not spend their lives observing and judging us and, in any case, even if they do this, it
would be their point of view, which could bring us also a useful reflection, but without taking our
balance away.
The effect that the opinions of others can cause inside us, also depends on the strength of the judge
who lives within us.
In limiting beliefs, there are in fact present and internalized judgments and criticisms received in the
past from people considered authoritative and reference, such as your parents or other educational
figures, opinions that can continue to influence your present.
Internalized opinions and judgments of others, if negative, can in fact lead to live the present with
an excessively severe and critical attitude.
Your thoughts could instead be used in a healthier and more constructive way, looking with love
and acceptance of who you are: a person who sometimes stumbles or makes mistakes, but who
every time has the possibility to get up and go further, making choices in harmony with yourself,
day by day.
If you have recurring thoughts such as:
• I’m not able
• I’m always wrong
• I could have done better / more
• Others are better than me
• I’m too fat
• I am ugly
Or your actions and choices are conditioned by doubts such as:
• If I do this, or if I’m wrong, what will they think of me?
• If I show my fragility / weakness they will no longer love me
• I don’t want to go out tonight, but if I don’t maybe my friends will be upset or they will think I’m
weird.
Perhaps the time has come to give space to new thoughts, more useful for your emotional wellbeing
So what can you do to let go of these limiting beliefs and head for the freedom to be yourself?
FIVE STEPS TOWARDS FREEDOM
1) COMMUNICATE WHO YOU ARE! First of all, when you talk with people, avoid talking about
yourself in a negative way: perhaps without realizing it, you define yourself with devaluing and
excessively critical words. Doing this it takes away value from who you are and reinforces unfounded
beliefs that you don’t deserve.
2) NEUTRALITY: when someone express negative opinions or judgments about you or what you are
doing, consider them for what they are: the opinion of another person. Listen to what they are told
without discarding it in advance, but don’t make your emotional well-being and who you are
depending on the words of other people (words that are often nothing more than the projection of
something that is theirs but that has nothing to do with you).
3) LISTEN YOUR BODY: in your daily life, pay attention to the sensations you feel at the physical
level when you make choices or take actions that you do not feel yours and situations in which fears
and insecurity create discomfort to you. Observe if you feel tension, perhaps in the stomach or chest
area, which arise only in these situations.
They may seem trivial observations, but in reality they can provide you an extra key to
understanding the effects and consequences of your conditioned actions.
4) TRY ASKING YOURSELF: Who are you pleasing? In what I am doing Is there a real desire of mine
or am I pleasing the will of someone else, perhaps to feel loved and accepted?
Gradually acknowledging how much your behaviors and actions are truly wanted, allows you to take
the first step in letting go of your limiting thoughts.
5) Finally, take HEALTHY DISTANCES from sad memories of the past: withholding painful
experiences with the memory, moves you from the present, increases the insecurity and discomfort
of unresolved emotional wounds, which should instead be integrated.
This does not means erasing the past, but giving yourself a chance to experience your life and
creative force now.
If letting go of limiting thoughts and conditioning is difficult, or you prefer to be supported in doing
this, we can take this step together, in a path tailored to you.
From respect and acceptance of yourself, you can create a new way of “being in life”, in the full
manifestation of who you are.
FEARLESS.
Dott.ssa Paola Torti
Professional Counselor – Trainer – Mindfulness Coach
www,paolatorti.com