Articoli

Radicamento a Madre Terra

Antiche Tradizioni Aborigene Australiane

Nella meravigliosa cornice del Gargano, circondati dalla natura e dai profumi di una terra ricca di fascino, calore e magia abbiamo sperimentato la bellezza di meditare a stretto contatto con la Natura alla scoperta di antiche tradizioni, usi e pratiche nati dall’antica sapienza aborigena australiana.

Dal cuore un profondo e commosso grazie ai partecipanti e a tutto lo staff di Vidagaia per la splendida e calorosa accoglienza riservata a me e alle mie attività.

Un abbraccio grande di gioia e serenità!

Paola

Le Armonie della Natura

Noto – Siracusa

Pratiche di Consapevolezza e Antiche Sapienze Aborigene per l’Equilibrio del Corpo e della Mente

Nella splendida cornice del paesaggio siciliano, circondati da colori e profumi di una terra meravigliosa, ricca di fascino, calore e magia abbiamo svolto un piccolo-grande viaggio interamente dedicato al benessere ed equilibrio interiore, sperimentando pratiche di consapevolezza e tecniche utili per imparare ad ascoltarsi in modo sano ed equilibrato e affrontare con rinnovato slancio e consapevolezza le sfide e i cambiamenti della vita quotidiana.

Un ampio spazio di approfondimento è stato dedicato alle antiche conoscenze e tradizioni nate dalla sapienza aborigena australiana.

Dal cuore un profondo e commosso grazie a tutti i partecipanti e allo staff dell’Agriturismo Stallaini per la splendida accoglienza riservata a me e alle mie attività.

Un grande abbraccio di gioia e serenità

A presto!

Paola

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Le Forme Dell’Amore

Lucca – Sabato 25 Febbraio dalle ore 14.30 alle 16.30

LE FORME DELL’AMORE

COME CREARE BASI SANE E SOLIDE NELLE TUE RELAZIONI

Incontro introduttivo al Ciclo di Seminari Formativo – Esperienziali:

Durante il percorso, vedremo come è possibile creare e vivere relazioni equilibrate, sane e soddisfacenti.

Ecco alcuni degli aspetti sui quali lavoreremo insieme e nei quali sarai accompagnato passo dopo passo:

  • Conosci te stesso: il lavoro su di te è il primo e fondamentale passo per esprimere la tua autenticità e realizzarti pienamente;
  • Accettazione di sé, rispetto e autostima;
  • Comprendere gli effetti a lungo termine del “non detto”, della rabbia e del rancore trattenuti;
  • Come riconoscere e lasciar andare autosabotaggi e false credenze per poterti esprimere pienamente;
  • Riconoscere i giochi di potere e l’invidia nascosti;
  • Risorse e pratiche di consapevolezza per riconquistare la tua autenticità;

L’incontro è introduttivo e propedeutico di una serie, il cui programma e le relative date saranno concordati durante la presentazione.

Per maggiori informazioni e per partecipare all’incontro di presentazione è gentilmente richiesta conferma prenotazione entro Mercoledì 22 febbraio scrivendo a: info@paolatorti.com o inviando messaggio whatsapp 338 8986571

Un caro abbraccio dal cuore,

A presto

Paola

La cura

La Cura

Il 21 settembre si celebra la Giornata Mondiale dell’Alzheimer, un momento importante per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema e favorire il dibattito sull’inclusività, superando lo stigma sociale e l’isolamento che talvolta circondano ancora questa malattia.

Quando si parla di Alzheimer e, in generale, di malattie neurodegenerative, una tematica che spesso rimane in secondo piano, riguarda le difficoltà emotive e il senso di profonda solitudine che vivono i familiari che assistono questa tipologia di malati.

Durante il decorso iniziale della malattia, i malati sono spesso assistiti principalmente da uno o più familiari, i quali a loro volta possono avere problemi e difficoltà di natura emotiva, magari dovuti proprio allo stress della situazione contingente e che necessitano perciò a loro volta di supporto e sostegno, non soltanto pratico, ma anche e soprattutto emotivo.

Tra gli aspetti più drammatici e dolorosi che si è chiamati ad affrontare, c’è senza dubbio quello di assistere alla progressiva e inesorabile perdita della memoria (e quindi dei ricordi), da parte del malato, periodo durante il quale i familiari tentano di prepararsi, o meglio in fondo al cuore, “non prepararsi” – a quando un giorno, forse, la persona a cui vogliono tanto bene, non li riconoscerà più.

Un’altra circostanza che provoca profondi sensi di colpa, ma anche frustrazione e rabbia, è la difficile e dolorosa decisione di ricoverare il malato in una struttura, scelta ancora più difficile e sofferta se i familiari chiamati a decidere hanno pareri contrastanti in merito.

Non va inoltre sottovalutato il fatto che, talvolta, con il familiare che necessita di assistenza, possano sussistere da tempo tematiche irrisolte, oppure i rapporti prima della malattia erano problematici e conflittuali, situazioni, anche queste, che suscitano divisione interna, sensi di colpa, stati d’animo contraddittori, rabbia e desolazione.

Questi sono aspetti dei quali può essere difficoltoso parlare e, molto spesso, i familiari esitano ad aprirsi e condividere i propri stati d’animo per il timore di essere giudicati e, di conseguenza, sentirsi ancora più soli e incompresi.

Di fronte a tutto questo, è umano e comprensibile che, i primi sentimenti che si affacciano nell’anima possano essere paura, angoscia, un indefinibile senso di disorientamento e una sensazione di profonda solitudine, come se nessuno potesse capire quello che si sta attraversando.

Ma questi sentimenti, anche se comprensibili e giustificati, non devono impedire di affrontare queste situazioni con uno sguardo che non si lascia frenare dai limiti che la malattia impone, ma che ha il coraggio di lasciarsi guidare dall’amorevolezza e compassione, non soltanto nei confronti del malato, ma anche e soprattutto verso sé stessi e le contraddizioni che si stanno vivendo: anche questo è “cura”.

Volersi bene significa prendersi cura del dolore che si sta attraversando, anche attraverso l’accettazione dei sentimenti e stati d’animo contraddittori che lo accompagnano, perché fanno parte della natura umana ed è giusto dar loro spazio senza respingerli, né giudicarsi negativamente, aprendosi così alla compassione verso sé stessi.

Anche in Natura una ghianda non deve guastarsi o consumarsi per dare nutrimento alla quercia che l’ha generata, ma è nella Natura delle cose che quella piccola ghianda cresca e diventi a sua volta albero: facendo questo proseguirà e onorerà anche le sue radici.

Dal cuore un abbraccio profondamente sentito a tutti coloro che vivono da vicino questa malattia e un pensiero speciale per Te Gemma: ovunque sei vivi nel cuore, mamma.

Paol Torti Professional Counseling

Svoltare con consapevolezza (Prima Parte)

25 luglio 2022
Video Intervista Dott.ssa Paola Torti – Rws Revolution Web Station
“Svoltare portando consapevolezza ai propri passi” (PRIMA PARTE)

Scopri di più: https://www.facebook.com/103757034814888/videos/1199643350603489

Presenza e Comunicazione

Con il linguaggio e il nostro modo di comunicare possiamo fare la differenza nell’ambiente intorno a noi e favorire un’atmosfera accogliente e distesa, oppure ostile e disarmonica.

In una conversazione infatti, non portiamo soltanto parole, ma anche l’intento e lo stato d’animo che in quel momento ci accompagna e tutto questo arriva a chi ci sta ascoltando.Se il tuo obiettivo è migliorare la capacità comunicativa, non limitarti a leggere libri sull’argomento: prova a fare un passo in più lavorando sulla tua presenza interiore. Ci sono pratiche e accorgimenti utili che possono aiutarti:

– Diventare Osservatori: ognuno di noi ha uno stile e un proprio modo di comunicare, unico e personale, che è utile guardare da “osservatore”. Fai tesoro degli spunti critici che gli altri ti portano e osserva “come” comunichi il tuo pensiero (tono della voce, gestualità, se tendi a “parlare sopra”, se il tuo ascolto tende all’impazienza…). Porta poi attenzione a quegli aspetti che di solito noti negli altri e che magari provocano la tua irritazione e considera che forse quegli aspetti sono anche tuoi.

– Punti di vista: la nostra visione delle cose può condizionare il nostro ascolto e quindi la comprensione di quello che l’altro ci sta dicendo. Prima di passare a conclusioni affrettate, chiedi chiarimenti: al tuo interlocutore arriverà il messaggio di essere ascoltato (che non è poco) e le sue risposte aiuteranno te a capire meglio il suo pensiero.

– Il momento giusto: un errore frequente è quello di parlare mossi dall’urgenza di “far arrivare” subito il proprio messaggio. Ma la scelta del momento va calibrata anche sulle esigenze di chi ci ascolterà. Non tutti gli argomenti possono essere affrontati in qualsiasi momento e contesto. Se risulta difficile individuare il momento giusto, chiedi apertamente un incontro: delegando la scelta del momento all’altra persona, le darai anche modo di prepararsi a riceverti. – Spazi di silenzio: se nel dialogo si affacciano aspetti interessanti o inattesi, concedi loro delle pause: questo darà loro valore e spazio, dando a te la possibilità di osservarli meglio.

– Meditare: le pratiche di consapevolezza e in particolare la mindfulness, svolte con regolarità, favoriscono l’apertura di un canale comunicativo con noi stessi e la nostra interiorità, influenzando positivamente anche il nostro modo di comunicare. Prendere coscienza da un’ottica non giudicante, dei nostri schemi comportamentali, consente anche di “aggiustare il tiro” delle nostre parole, quando necessario.

– Ritrovare genuinità: Tenere un diario, un quaderno per le riflessioni scritto rigorosamente a mano, da tenere in borsa o in macchina, nel quale annotare brevi riflessioni, intuizioni, pensieri, qualcosa che magari hai visto o ascoltato e che ha catturato la tua attenzione; scrivi l’effetto che ti ha fatto, l’emozione che hai sentito “salire” dentro di te. Raccontarsi scrivendo, offre la possibilità di osservare meglio stati d’animo ed esperienze facendone tesoro per rielaborarle magari in futuro, quando le rileggerai. Scrivere a mano favorisce la capacità mnemonica, la concentrazione e il senso critico, stimolando la capacità di focalizzarsi sugli obiettivi, organizzando idee, pensieri e opportunità. Non è la stessa cosa farlo con un tablet o un PC.In tempi di globalizzazione, questo tipo di scrittura rappresenta un piccolo ma significativo passo controcorrente: dare forma espressiva alla propria unicità da uno spazio di raccoglimento.

Una buona comunicazione nasce anche da questo: concedersi il tempo di accogliere quello che sentiamo dentro e farlo nostro.

Per informazioni sui Percorsi di Consapevolezzza e Crescita Personale scrivere a: info@paolatorti.com

Un Aiuto Prezioso per il Tuo Benessere

La Forza Vitale dei Fiori Australiani

Un Incontro dedicato a Te in comunione con Madre Natura, accompagnati dall’Energia Vitale delle Essenze Floreali Australiane.

Un approccio dolce e una sapienza antica per il Tuo Benessere.

L’incontro è aperto a tutti – anche a coloro che non hanno partecipato a gruppi e incontri formativi precedenti. Ingresso gratuito – Consigliata la Prenotazione.V

Venerdì 25 marzo alle ore 20.30 presso: “Uno Spazio per Te” – via della Scuola,2 Ponte all’Ania (LU)Per info e prenotazioni contattare:mail: info@paolatorti.commobile: 338 8986571

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EMPATIA E RISPETTO

Talvolta non conosciamo e non possiamo vedere la pressione cui sono sottoposte altre persone. Allo stesso modo, gli altri non conoscono gli stati d’animo e magari il dolore che stiamo provando. Che si tratti di lavoro, relazioni, famiglia, o amici, le persone che incontriamo sul nostro cammino stanno magari combattendo battaglie di cui non sappiamo assolutamente niente.

Per questo è importante imparare a osservare quella parte di noi che giudica e limita e la cui spinta trae origine dal nostro interno. Su questo aspetto infatti possiamo intervenire, proprio perché nasce dentro di noi. Aprendo la mente e il cuore, è possibile lasciar andare un passo alla volta il giudizio fine a sé stesso, acritico e non-costruttivo e dirigersi verso nuovi modi di comunicare e, soprattutto, di incontrare l’altro: con rispetto ed empatia.

Diamo spazio al Cuore e incontriamoci lì.

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MINDFULNESS PSICOSOMATICA PER IL BENESSERE NELLA VITA LAVORATIVA

“Il miracolo non è quello di camminare sulle acque, ma di camminare sulla terra verde nel momento presente e d’apprezzare la bellezza e la pace che sono disponibili ora.” – (Thich Nhat Hanh)

Benessere interiore e vita lavorativa sono strettamente correlati: quanto più una persona è aperta e consapevole delle proprie risorse mentali, emotive e fisiche, quanto più saprà attingere ad esse nell’affrontare situazioni stressanti o che creano difficoltà, tensione e ansia, senza farsi trascinare da impulsività o reattività del momento, ma rispondendo in modo equilibrato alle circostanze e necessità contingenti.

I ritmi di lavoro e di vita odierni, rendono difficile la conciliazione tra le nostre necessità e attitudini individuali e quanto ci viene richiesto a livello professionale e sociale.

Vediamo alcuni aspetti che creano maggiore difficoltà e che possono essere condizionanti per il benessere psicofisico:

  • Mancanza di separazione netta tra lavoro e altro: si torna a casa e si continua a lavorare, con il cervello e con il telefono. Smartphone e internet hanno fatto uscire il lavoro dai confini degli uffici-luoghi di lavoro, riducendo o eliminando la separazione casa-lavoro-hobby-altro…
  • Multitasking, è un bene o un male? Fare più di una cosa alla volta riduce l’attenzione e aumenta la superficialità dei contenuti. Essere coscienti e concentrati su un argomento principale permette di analizzarlo, risolverlo e introdurre creatività nella soluzione.
  • Distrazioni multiple e continue, come tenerle a bada?

Le distrazioni nel mondo lavorativo attuale sono in aumento costante, occorre essere consapevoli che alcune sono appunto “distrazioni” e vanno trattate come tali. L’uomo è un animale assetato di informazioni e si lascia trasportare senza una meta e senza sosta, ma subire informazioni senza comprenderle ed analizzarle non ha valore aggiunto, sapere qualcosa solo per il solo “gusto” di saperla è inutile.

  • Nella giornata lavorativa, il lavoro non ha fine temporale: ovvero non riusciremo mai a fare tutto quello che potremmo o a chiudere tutte le pratiche aperte, quindi vanno fatte delle scelte. Occorre essere coscienti e centrati nel saper dire di no in base alle priorità e non in base alle esigenze temporali.
  • Immersi nella frenetica quotidianità, si fa fatica a trovare la “passione”, ovvero l’aspetto del piacere nel fare le cose, ci vuole coscienza e allo stesso tempo creatività, per alimentare la nostra necessità quotidiana di soddisfazione nel fare qualcosa.

La pratica della Mindfulness, risulta essere di grande aiuto nell’affrontare, o meglio “attraversare”, queste difficoltà, in quanto aiutando le persone a rimanere nel momento presente, rinforza la capacità di rispondere alle esigenze e circostanze del momento con maggiore equilibrio e centratura.

Numerosissime ricerche e studi scientifici di livello internazionale, hanno validato l’efficacia e utilità della mindfulness in molteplici ambiti:

  • Riduzione di stress, ansia e depressione,
  • Riduzione di aggressività e impulsività;
  • Capacità di accrescere l’autostima;
  • Migliorare l’intelligenza emotiva – gestione delle emozioni e dell’empatia
  • Miglioramento della capacità di orientarsi verso soluzioni funzionali e produttive (problem solving);
  • Maggiore apertura verso le novità e possibilità;
  • Incremento della capacità di circoscrivere problemi e criticità alla realtà contingente;
  • Maggior apertura mentale e propensione ad attingere alla propria creatività nella gestione e risoluzione di conflitti;
  • Miglioramento abilità comunicative;
  • Rinforzo dell’attitudine e apertura all’ascolto 
  • Migliorare la comunicazione e l’attenzione in ambito lavorativo e scolastico.

Il termine Mindfulnessè la traduzione della parola Pali “sati”, che significa consapevolezza. Indica uno stato di “pienezza della coscienza”, nel quale si sperimenta uno stato di consapevolezza del momento presente, esente da giudizio, stando nel corpo, nel “qui e ora”. Le origini della mindfulness affondano nella filosofia buddhista e l’introduzione della sua pratica in ambito medico-terapeutico, è avvenuta grazie agli studi del biologo e professore americano Jon Kabat-Zinn – della School of Medicine dell’Università del Massachusetts – il quale fondò, alla fine degli anni Settanta, la Stress Reduction Clinic all’Università del Massachusetts, dove sviluppò il suo programma per la Riduzione dello Stress e per il Rilassamento (dall’inglese, Stress Reduction and Relaxation Program.

Ne corso degli anni, il suo programma di riduzione dello stress attraverso la mindfulness (MBSR), ha portato alla nascita di nuovi programmi terapeutici applicati in molteplici campi.

PROTOCOLLO MINDFULNESS PSICOSOMATICA (PMP)

La Mindfulness Psicosomatica (PMP), è un sistema orientato alla consapevolezza di sé e alla crescita personale, che associa alla pratica della mindfulness, tecniche di consapevolezza corporea, emotiva e cognitiva, quali body flow, esercizi di energetica (dolce e forte), body scan psicosomatico (1°grado intensità), consentendo di sperimentare uno stato di consapevolezza globale di sé, che supera la divisione mente, corpo, emozioni.

L’ approccio integrato (corporeo-emotivo-cognitivo) che si sperimenta nel corso degli incontri, risulta particolarmente utile anche nella riduzione di:

  • Iperattività mentale;
  • Chiusure emotive;
  • Bassa sensibilità corporea e rigidità nel corpo

La Mindfulness Psicosomatica PMP prevede tre tecniche fondamentali:

CONSAPEVOLEZZA DEL RESPIRO – MINDFULNESS

E’ l’esperienza centrale degli incontri del percorso e consiste nel portare l’attenzione al proprio respiro e ai movimenti dell’addome nelle fasi di inspirazione ed espirazione, stando presenti a quello che c’è, momento per momento, con atteggiamento accogliente e non giudicante.

Con il proseguire della pratica si arriva a poco a poco – ognuno con i propri tempi individuali – all’esperienza della consapevolezza del proprio respiro, che successivamente viene esteso alla consapevolezza dei propri pensieri, stati d’animo ed emozioni, fino a comprendere la realtà e ambiente che ci circonda(consapevolezza globale di sé)

Successivamente, si sperimentano le altre due principali tecniche del percorso:

BODY SCAN PSICOSOMATICO

Da questo spazio di percezione interiore, proseguendo l’ascolto consapevole del respiro, si porta gradualmente l’attenzione nelle varie parti del corpo, descrivendo le sensazioni e l’esperienza che si prova, momento per momento.

Si tratta di “guardare” e accogliere le esperienze interne – piacevoli e spiacevoli- senza giudicarle, semplicemente accogliendole per quello che sono.

Durante la pratica, portando l’attenzione al nostro interno, è possibile cogliere alcune differenze: ad esempio percepire parti del corpo più leggere o pesanti.

Prendendo consapevolezza delle tensioni (muscolari e posturali) e delle emozioni trattenute ad esse collegate, si impara a poco a poco ad accoglierli e scioglierli, trasformandoli in risorse ed energia per noi.

ENERGETICA (BODY SCAN ATTIVO)

Gli esercizi di Energetica Dolce (Yin) e Forte (Yang), sono finalizzati all’esplorazione dinamica del corpo in movimento, che consentono di portare consapevolezza alle energie corporee, fluide o bloccate.

In particolare, attraverso gli esercizi di energetica dolce si sperimenta il piacere della lentezza dei movimenti nella loro fluidità, il rilassamento, il senso di leggerezza e armonia, andando a sciogliere le tensioni muscolari e le principali protezioni di difesa collegate ai blocchi (petto, gola, stomaco e pancia) e zone del corpo con minore sensibilità (bacino e parte inferiore della schiena).

Gli esercizi di Energetica Forte consentono invece di accedere alle proprie capacità di difesa e forza, permettendo allo stesso tempo di scaricare gradualmente e in modo consapevole, l’aggressività. Con l’energetica yang si ricontatta la sensazione del proprio potere personale e il senso di radicamento nel proprio corpo.

Durante il percorso, si impara gradualmente ad attingere alle proprie risorse positive e potenzialità, recuperando energia, a beneficio del nostro equilibrio interiore e psicofisico, riscoprendo il piacere di esprimere il proprio potenziale e, quindi, di vivere pienamente.

COMUNICARE ANDANDO OLTRE LE PAROLE

“La comunicazione avviene quando, oltre al messaggio, passa anche un supplemento di anima” (Henri Bergson)

Con il linguaggio e il nostro modo di comunicare (tono, ritmo, scelta delle parole), possiamo fare la differenza nell’ambiente intorno a noi e favorire l’instaurarsi di un’atmosfera accogliente e distesa, oppure ostile e disarmonica.

Abbiamo dentro di noi un vocabolario vastissimo con il quale possiamo comunicare chi siamo e quanto più riusciamo a farlo da uno stato di equilibrio e centratura, quanto più il nostro messaggio parlerà di noi e sarà autentico.

In una conversazione infatti, non portiamo soltanto parole, ma anche l’intento e lo stato emotivo che in quel momento le accompagna. E questo arriva a chi ci ascolta e che potrebbe anche esserne influenzato, in modo piacevole o spiacevole.

Quante volte ci è capitato di chiudere conversazioni anche utili e interessanti, magari con persone alle quali vogliamo bene, ma scandite da nervosismo e da un ritmo incessante, che non lasciava spazio al confronto?   

Oppure dire o sentirsi dire frasi come “Parlare con te mi rasserena”, “Hai una tono di voce melodioso che mi calma e mi piace ascoltarti”.

Molti equivoci e incomprensioni nascono poi anche dal “non detto”, da tutto quello che non ci permettiamo di esprimere, rimandando l’occasione all’infinito per timore di esporci, oppure perché dubbi e insicurezze ci fanno tentennare e ci limitiamo a giri di parole che non arrivano al dunque. Con il risultato che la questione non si risolve e la nostra mancata comunicazione si traduce in frustrazione, sensi di colpa, nervosismo e rabbia.

Se il nostro obiettivo è migliorare la nostra capacità comunicativa, non limitiamoci soltanto a leggere libri o manuali sull’argomento, senz’altro utili e formativi – ma molto generali.  Facciamo qualcosa su misura per noi: lavoriamo sulla nostra presenza interiore, capacità di ascolto e modo di comunicare.

Ci sono pratiche e accorgimenti che possono aiutarci a comunicare in modo autentico, spontaneo e pertinente al contesto e a chi ci ascolterà.

PORTARE PRESENZA NELLA COMUNICAZIONE

Negli ultimi anni la capacità di comunicare si è arricchita di nuovi strumenti e possibilità (smartphone, social, etc..) ed è in continua evoluzione, ma accanto alle comodità, vanno riconosciuti anche i limiti che questi mezzi possono comportare: si passa dal sovraccarico di messaggi – e gruppi chat – inutili, a una comunicazione ridotta a un veloce e scarno scambio di sms (spesso soltanto a “dare” informazioni – per poi limitarsi a un ascolto superficiale dei messaggio altrui).

Sappiamo che il punto non è tanto negli strumenti di comunicazione, ma nell’uso che se ne fa.

Diventare osservatori di sé stessi: ognuno di noi ha uno stile e un proprio modo di comunicare, unico e personale, che è utile innanzitutto guardare da “osservatore”. Facciamo tesoro di ogni spunto critico che gli altri ci portano e cominciamo a osservare “come” comunichiamo il nostro pensiero (tono della voce, gestualità, se tendiamo a “parlare sopra” gli altri, se il nostro ascolto, indipendentemente dai contesti, tende all’impazienza…). Portiamo poi la nostra attenzione a quegli aspetti che di solito notiamo negli altri e che magari provocano la nostra irritazione e consideriamo la possibilità che forse quegli aspetti sono anche nostri.

Mettiamoci ogni tanto nei panni degli altri: proviamo – per quanto ci è possibile – a vedere le cose anche dal punto di vista degli altri. Questo può rappresentare un buon passo verso una maggiore comprensione reciproca.

Punti di vista: teniamo presente che il nostro punto di vista può condizionare il nostro ascolto e quindi la comprensione di quello che l’altro ci sta dicendo.

Prima di passare a conclusioni affrettate, chiediamo chiarimenti: al nostro interlocutore arriverà il messaggio di essere ascoltato (che non è poco) e le sue risposte aiuteranno noi a capire meglio il suo pensiero.

La scelta del momento giusto: un errore frequente è quello di parlare mossi dall’urgenza di “far arrivare” subito il proprio messaggio. Ma la scelta del momento va calibrata anche sulle esigenze di chi ci ascolterà. Non tutti gli argomenti possono essere affrontati in qualsiasi momento e contesto.

Se risulta difficile individuare il momento giusto, chiediamo apertamente un incontro: delegando la scelta del momento all’altra persona, le daremo modo di prepararsi a riceverci.

Se poi ci accorgiamo che chi ci ascolta in quel momento è nervoso o di fretta – quindi poco ricettivo – non insistiamo. Non verremmo comunque ascoltati e potremmo veder sfumare – per reazione- una successiva occasione di dialogo.

Spazi di silenzio: se nel dialogo si affacciano aspetti interessanti o inattesi, concediamoci delle pause. Facendo questo daremo loro valore e lasceremo spazio a quanto detto di sedimentare, dandoci la possibilità di osservarlo meglio.

Meditiamo: le pratiche di consapevolezza e in particolare la mindfulness, svolte con regolarità, favoriscono l’apertura di un canale comunicativo con noi stessi e la nostra interiorità, influenzando positivamente anche il nostro modo di comunicare con gli altri. Prendere coscienza, da un’ottica aperta e non giudicante, dei nostri schemi comportamentali e di reazione, ci aiuta a trasmettere chi siamo in modo autentico e spontaneo, permettendoci anche di “aggiustare il tiro”, quando necessario.

RICONTATTARE LA NOSTRA GENUINITA’ ESPRESSIVA

Tenere un diario, un quaderno per le riflessioni o come lo vogliamo chiamare – scritto rigorosamente a mano – da tenere nella borsa o in macchina, nel quale annotare brevi riflessioni, intuizioni, pensieri, qualcosa che magari abbiamo visto o ascoltato e che ci ha colpito; può essere anche un giudizio verso qualcosa o qualcuno… Annotiamo l’effetto che ci ha fatto, l’emozione che abbiamo sentito “salire” dentro di noi…

Raccontare di noi scrivendo, ci offre la possibilità di osservare meglio momenti ed esperienze e di farne tesoro; magari rielaborarle in futuro, quando le rileggeremo. Non è la stessa cosa farlo con un tablet o un PC. Quando scriviamo a mano, si apre un canale, una connessione, tra la nostra mente e il nostro corpo: compiamo un’azione fisica che ci differenzia dagli altri e che appartiene solo a noi (grafia) e nella quale non esiste un correttore automatico o un suggeritore: sta a noi trovare le parole giuste per descrivere i nostri pensieri e dare loro una forma con le nostre mani.   

Numerosi studi confermano che scrivere a mano favorisce la capacità mnemonica, la concentrazione e il senso critico, perché stimola la capacità di focalizzarsi sugli obiettivi, organizzando idee, pensieri e opportunità.

In tempi di globalizzazione, scegliere ogni tanto di scrivere a mano, significa anche fare un piccolo passo controcorrente per estraniarci in uno spazio tutto nostro, nel quale dare forma espressiva alla nostra unicità.

Una buona comunicazione nasce anche da scelte come questa: concedersi il tempo di accogliere e ascoltare quello che abbiamo dentro e farlo nostro.

FIORI AUSTRALIANI E COMUNICAZIONE

BUSH FUCSIA

(Epacris longiflora)

La pianta cresce in penombra, nelle brughiere e nel sottobosco di foreste secche.

I fiori, lunghi e tubolari, sono di colore rosso con le punte bianche.

L’essenza favorisce chiarezza nella comunicazione, bilanciando l’ascolto del lato intuitivo e di quello razionale. Dona fluidità nel linguaggio e migliora la concentrazione.

DAGGER HAKEA

(Hakea teretifolia)

Dagger Hakea fiorisce in tarda primavera, con fiori bianchi o crema, emanando un gradevole profumo di miele e cannella, tra i più gradevoli tra i fiori selvatici australiani. L’essenza aiuta a elaborare stati d’animo di amarezza, rabbia e risentimento, favorendo l’espressione aperta ed equilibrata del proprio pensiero e dei propri sentimenti. A livello fisico svolge un’azione drenante sul fegato.

Le essenze vanno assunte in diluizioni opportunamente preparate

7 gocce la mattina e 7 gocce la sera

“Se vogliamo essere maggiormente connessi con gli altri non dobbiamo mandare loro più SMS, ma dobbiamo ascoltarli di più.” (Thich Nhat Hanh)