Nutrire l’equilibrio attraverso l’ancoraggio interiore

“Non cercare la soluzione, trova l’equilibrio: esso porterà la soluzione”
(Swami Satchidananda)

Il recente periodo di isolamento forzato, che ci ha fortemente condizionato nella libertà di movimento, imponendo dialoghi a distanza di sicurezza e assenza di abbracci, ha rappresentato per la collettività un’inaspettata fase permeata da paura e incognite, che ancora oggi accompagnano gli sguardi e i gesti di molte persone.

I nostri ritmi e abitudini sono stati stravolti e per alcuni mesi è cambiato il nostro modo di stare nella vita. Timori e incertezze non sono svaniti, così come il senso di precarietà che attraversa il collettivo, che guarda a un futuro condizionato da una situazione economica incerta, che vive il contraccolpo dell’arresto prolungato di molte attività commerciali e industriali.

Sono numerose le persone che, in seguito al lungo periodo di isolamento forzato, trovano difficoltà a frequentare luoghi affollati, non soltanto per paura di un  possibile contagio, ma anche per diffusi episodi di ansia, senso di disorientamento e mancanza di equilibro.  Fa tuttora un certo effetto incrociare ancora dietro le mascherine, sguardi spauriti e sfuggenti che temono l’incontro, anche se a distanza.

Anche la ripresa dei consueti ritmi di lavoro e, per molte persone, la necessità di affrontare situazioni professionali e personali rimaste in sospeso durante il lockdown, suscita forte disagio, inquietudine e crisi d’ansia, accompagnati talvolta da insonnia e ritmi sonno-veglia irregolari.

E’ umano e comprensibile attraversare stati d’animo come questi: ma non devono diventare condizionanti.

Accade nella vita di essere preoccupati, non riuscire a rilassarsi e staccare la spina da situazioni ora percepite ingigantite da un contesto sociale attraversato da forte incertezza. Tuttavia, sappiamo che le nostre preoccupazioni sono spesso legate a eventi futuri e ipotetici, che magari poi non si verificheranno e sui quali non abbiamo nessun tipo di controllo, per cui non ha senso dare tempo ed energie a questi pensieri. Al di là delle situazioni contingenti, risulta più utile e funzionale focalizzarci sul momento presente, che rappresenta l’unica certezza che abbiamo e sul quale abbiamo un margine di manovra immediato.  

Sappiamo anche che attraverso le nostre scelte e decisioni, anche le più semplici e banali, abbiamo comunque la possibilità di dirigerci verso ciò che vogliamo e scegliere anche a quale tipo di pensieri dare spazio ed energia.

TRE PASSI PER FAVORIRE L’EQUILIBRIO:

SPAZI DI MEDITAZIONE (ANCHE BREVI) MA QUOTIDIANI E COSTANTI: i benefici derivanti dalla meditazione sono ormai comprovati da numerosissime ricerche scientifiche internazionali. La pratica quotidiana e costante di uno spazio di ascolto per sé, anche soltanto di 10/15 minuti al giorno, meglio se svolta a un orario stabilito (come si addice a un vero e proprio appuntamento con noi), rappresenta un valido aiuto per placare iperattività mentale, ansia e riportare gradualmente armonia nelle giornate. Meditare stimola la consapevolezza di sé e la capacità di attingere alle proprie risorse interiori, placando nel contempo le menti eccessivamente focalizzate su pensieri fissi e ripetitivi.

In questi preziosi momenti, possono emergere dal profondo non soltanto senso di pace e calma, ma anche nuove idee, intuizioni e risposte a dubbi: sono i frutti della connessione con sé stessi.

Per coloro poi che tendono a vivere le emozioni con molta intensità, o sentirsi particolarmente tesi già al risveglio, può essere di aiuto riservare lo spazio della pratica sia al risveglio che alla sera, prima di addormentarsi, creando coì un “circolo virtuoso” che accompagna, in apertura e chiusura, le proprie giornate.

Vale la pena scegliere di regalarsi questi spazi – piccoli ma preziosi gesti d’amore verso sé stessi – per dare un imprinting diverso, più sano e funzionale, alle nostre giornate, regalandosi serenità, centratura ed equilibrio.

ESERCIZI DI ENERGETICA PER FAVORIRE RADICAMENTO E PRESENZA: questi tre esercizi, svolti su base regolare, meglio ancora se accompagnati alla pratica della meditazione, rappresentano un valido aiuto per portare presenza, consapevolezza e radicamento nel corpo, attraverso il contatto e la connessione con la Terra , ancorandoci alla nostra interiorità.

Radicarsi e connettersi con la terra attraverso il contatto e portare presenza e consapevolezza al corpo, ci consente di portare maggior consapevolezza nel momento presente e quindi nella vita.

GROUNDING: stando in piedi in posizione rilassata, preferibilmente senza scarpe e tenendo gli occhi chiusi (piedi, anche e spalle allineati, gambe rilassate e non rigide), si porta inizialmente la propria attenzione a tutto il corpo, a “come” mi sento nel corpo e a “quanto” mi sento stabile, a mio agio e sostenuto dalle gambe.  Portando attenzione alla presenza di eventuali tensioni, si assume una posizione stabile con il bacino e con le gambe e si porta gradualmente l’attenzione verso il basso e il terreno, alla pianta dei piedi, “al modo” in cui poggiano e aderiscono al suolo, fino a sentire maggiore stabilità e percependo se e quanto varia il senso di stabilità e sicurezza di “stare sulle proprie gambe”.

Per coloro che hanno difficoltà a portare attenzione al corpo, può essere di aiuto immaginare di avere delle radici che dalla pianta dei piedi entrano nel terreno, portando l’attenzione a quanto il contatto accresce la sensazione di stabilità e sicurezza. Al termine della pratica, si porta attenzione e presenza alle sensazioni di solidità e forza che si percepiscono in tutto il corpo.

TENSIONI E RILASSAMENTI: la sequenza di questi movimenti, rappresenta l’esercizio base della regolazione del sistema simpatico-parasimpatico e dell’equilibrio.

Stando in posizione eretta, ad occhi chiusi e con le braccia lungo i fianchi, inspirando si stringono inizialmente i pugni, schiena, faccia e gambe ed espirando si porta attenzione al graduale e progressivo rilassamento dei muscoli e del corpo. In particolare, durante la ripetizione della sequenza, per qualche istante si porta attenzione alla percezione della tensione durante la fase di inspirazione e si focalizza successivamente l’attenzione sulla sensazione di rilassamento in fase di espirazione.

Dopo aver effettuato una serie di passaggi (non stabiliamo a priori il numero di sequenze, ma ascoltiamoci e fermiamoci quando sentiamo che è il momento giusto per noi), riportiamo l’attenzione a tutto il corpo e alla sensazione che proviamo nel momento presente.

ESERCIZIO FLUIDITA’ E SINCRONIZZAZIONE (MOVIMENTO DELL’ALGA): partendo sempre dalla posizione eretta, ginocchia leggermente piegate e occhi chiusi, si eseguono alcuni movimenti non guidati dalla testa, ma dal corpo in movimento, sincronizzato con il proprio respiro. Si sposta inizialmente il peso da un piede all’altro e si accompagnano successivamente questi passaggi anche con le braccia e la testa, lentamente e con movimenti fluidi – come un’alga che fluttua tra le onde del mare – cambiando velocità e ritmo dei movimenti così come nascono, spontanei. Dopo alcuni minuti, si rallenta fino a fermarsi, portando l’attenzione al proprio interno attraverso il respiro e alle sensazioni che si provano a livello corporeo.

Svolgere regolarmente questi esercizi, consente anche di sciogliere e rilassare gradualmente tensioni e senso di pesantezza a livello di collo e nuca, spalle, schiena e zona lombare.

VIVERE IL CONTATTO CON LA NATURA: siamo tutti consapevoli dei benefici effetti nel corpo e nello spirito che una passeggiata in un bosco o in riva al mare possono regalare. A maggior ragione, in questo periodo post- isolamento, mossi dalla necessità e dal desiderio di riprendere contatto con il mondo esterno e allo stesso tempo preservare i nostri spazi ed equilibri, vivere la meditazione ed esercizi di consapevolezza corporea all’aperto e nella natura, ci porterà il dono prezioso di sperimentare e godere della bellezza, quiete e serenità che il contatto diretto con la Terra può donare e, soprattutto, farci sentire accolti e parte di qualcosa di molto più grande e profondo delle nostre gambe e del nostro corpo: essere uniti alla vita del Pianeta.

Lo svolgimento di un percorso esclusivo strutturato ad hoc sulla base delle specifiche esigenze individuali, rappresenta un ottimo strumento per sciogliere blocchi e tensioni e accedere alle proprie potenzialità e talenti, recuperando benessere e piacere di vivere.


  EQUILIBRIO E CENTRATURA CON I FIORI AUSTRALIANI

Crowea (Crowea Saligna)

Crowea è un arbusto di piccole dimensioni che presenta fiori a cinque petali, color rosa magenta. Fiorisce nel periodo autunnale fino alla primavera.

E’ il fiore australiano associato alla calma, centratura ed equilibrio, utilizzato spesso come rimedio antistress. E’ indicato per placare ansia, apprensione e, in generale, l’intensità delle emozioni ed è indicato per coloro che tendono a preoccuparsi eccessivamente, soffrendo di insonnia e ipocondria.

Utile per i disturbi provocati da stati di tensione emotiva, viene utilizzata dagli sportivi, per l’effetto miorilassante su muscoli e tendini e per calmare l’ansia che precede gare sportive.

Boronia (Boronia Iedifolia)

Questa pianta sempreverde presenta fiori a forma di stella, formati da quattro petali e appartiene, come gli agrumi, alla famiglia delle Rutacee. Fiorisce in primavera fino alla tarda estate. Le sue foglie, se strofinate, emanano un gradevole e aromatico profumo.

Rappresenta il rimedio d’eccellenza per placare i pensieri ricorrenti ripetitivi e ossessivi, favorendo quiete e serenità mentale. Utile per l’insonnia provocata da eccessive preoccupazioni e pensieri fissi su situazioni irrisolte. Favorisce serenità e chiarezza di pensiero, riportando l’attenzione nel presente.

Old Man Banksia (Banksia Serrata)

Appartiene alla famiglia delle Proteaceae e l’essenza si ricava dalla Banksia serrata, una robusta pianta sempreverde, tipica del bush australiano. Presenta la caratteristica di essere una pianta adattabile ed è possibile trovarla sia in zone aride, che in foreste aperte e zone boschive. E’ il fiore simbolo della femminilità aborigena australiana. Dona forza, vitalità ed entusiasmo nell’affrontare le situazioni e sfide che la vita presenta ed è consigliato per coloro che vivono senso di spossatezza e cali di energia, spesso dovuti a eccessiva disponibilità nei confronti degli altri e alla difficoltà di dire no alle richieste altrui.

L’essenza agisce anche in seguito alla sospensione del rimedio.

Le essenze vanno assunte in diluizioni opportunamente preparate

7 gocce la mattina e 7 gocce la sera

Comunicare andando oltre le parole

“La comunicazione avviene quando, oltre al messaggio, passa anche un supplemento di anima” (Henri Bergson)

Con il linguaggio e il nostro modo di comunicare (tono, ritmo, scelta delle parole), possiamo fare la differenza nell’ambiente intorno a noi e favorire l’instaurarsi di un’atmosfera accogliente e distesa, oppure ostile e disarmonica.

Abbiamo dentro di noi un vocabolario vastissimo con il quale possiamo comunicare chi siamo e quanto più riusciamo a farlo da uno stato di equilibrio e centratura, quanto più il nostro messaggio parlerà di noi e sarà autentico.

In una conversazione infatti, non portiamo soltanto parole, ma anche l’intento e lo stato emotivo che in quel momento le accompagna. E questo arriva a chi ci ascolta e che potrebbe anche esserne influenzato, in modo piacevole o spiacevole.

Quante volte ci è capitato di chiudere conversazioni anche utili e interessanti, magari con persone alle quali vogliamo bene, ma scandite da nervosismo e da un ritmo incessante, che non lasciava spazio al confronto?   

Oppure dire o sentirsi dire frasi come “Parlare con te mi rasserena”, “Hai una tono di voce melodioso che mi calma e mi piace ascoltarti”.

Molti equivoci e incomprensioni nascono poi anche dal “non detto”, da tutto quello che non ci permettiamo di esprimere, rimandando l’occasione all’infinito per timore di esporci, oppure perché dubbi e insicurezze ci fanno tentennare e ci limitiamo a giri di parole che non arrivano al dunque. Con il risultato che la questione non si risolve e la nostra mancata comunicazione si traduce in frustrazione, sensi di colpa, nervosismo e rabbia.

Se il nostro obiettivo è migliorare la nostra capacità comunicativa, non limitiamoci soltanto a leggere libri o manuali sull’argomento, senz’altro utili e formativi – ma molto generali.  Facciamo qualcosa su misura per noi: lavoriamo sulla nostra presenza interiore, capacità di ascolto e modo di comunicare.

Ci sono pratiche e accorgimenti che possono aiutarci a comunicare in modo autentico, spontaneo e pertinente al contesto e a chi ci ascolterà.

PORTARE PRESENZA NELLA COMUNICAZIONE

Negli ultimi anni la capacità di comunicare si è arricchita di nuovi strumenti e possibilità (smartphone, social, etc..) ed è in continua evoluzione, ma accanto alle comodità, vanno riconosciuti anche i limiti che questi mezzi possono comportare: si passa dal sovraccarico di messaggi – e gruppi chat – inutili, a una comunicazione ridotta a un veloce e scarno scambio di sms (spesso soltanto a “dare” informazioni – per poi limitarsi a un ascolto superficiale dei messaggio altrui).

Sappiamo che il punto non è tanto negli strumenti di comunicazione, ma nell’uso che se ne fa.

Diventare osservatori di sé stessi: ognuno di noi ha uno stile e un proprio modo di comunicare, unico e personale, che è utile innanzitutto guardare da “osservatore”. Facciamo tesoro di ogni spunto critico che gli altri ci portano e cominciamo a osservare “come” comunichiamo il nostro pensiero (tono della voce, gestualità, se tendiamo a “parlare sopra” gli altri, se il nostro ascolto, indipendentemente dai contesti, tende all’impazienza…). Portiamo poi la nostra attenzione a quegli aspetti che di solito notiamo negli altri e che magari provocano la nostra irritazione e consideriamo la possibilità che forse quegli aspetti sono anche nostri.

Mettiamoci ogni tanto nei panni degli altri: proviamo – per quanto ci è possibile – a vedere le cose anche dal punto di vista degli altri. Questo può rappresentare un buon passo verso una maggiore comprensione reciproca.

Punti di vista: teniamo presente che il nostro punto di vista può condizionare il nostro ascolto e quindi la comprensione di quello che l’altro ci sta dicendo.

Prima di passare a conclusioni affrettate, chiediamo chiarimenti: al nostro interlocutore arriverà il messaggio di essere ascoltato (che non è poco) e le sue risposte aiuteranno noi a capire meglio il suo pensiero.

La scelta del momento giusto: un errore frequente è quello di parlare mossi dall’urgenza di “far arrivare” subito il proprio messaggio. Ma la scelta del momento va calibrata anche sulle esigenze di chi ci ascolterà. Non tutti gli argomenti possono essere affrontati in qualsiasi momento e contesto.

Se risulta difficile individuare il momento giusto, chiediamo apertamente un incontro: delegando la scelta del momento all’altra persona, le daremo modo di prepararsi a riceverci.

Se poi ci accorgiamo che chi ci ascolta in quel momento è nervoso o di fretta – quindi poco ricettivo – non insistiamo. Non verremmo comunque ascoltati e potremmo veder sfumare – per reazione- una successiva occasione di dialogo.

Spazi di silenzio: se nel dialogo si affacciano aspetti interessanti o inattesi, concediamoci delle pause. Facendo questo daremo loro valore e lasceremo spazio a quanto detto di sedimentare, dandoci la possibilità di osservarlo meglio.

Meditiamo: le pratiche di consapevolezza e in particolare la mindfulness, svolte con regolarità, favoriscono l’apertura di un canale comunicativo con noi stessi e la nostra interiorità, influenzando positivamente anche il nostro modo di comunicare con gli altri. Prendere coscienza, da un’ottica aperta e non giudicante, dei nostri schemi comportamentali e di reazione, ci aiuta a trasmettere chi siamo in modo autentico e spontaneo, permettendoci anche di “aggiustare il tiro”, quando necessario.

RICONTATTARE LA NOSTRA GENUINITA’ ESPRESSIVA

Tenere un diario, un quaderno per le riflessioni o come lo vogliamo chiamare – scritto rigorosamente a mano – da tenere nella borsa o in macchina, nel quale annotare brevi riflessioni, intuizioni, pensieri, qualcosa che magari abbiamo visto o ascoltato e che ci ha colpito; può essere anche un giudizio verso qualcosa o qualcuno… Annotiamo l’effetto che ci ha fatto, l’emozione che abbiamo sentito “salire” dentro di noi…

Raccontare di noi scrivendo, ci offre la possibilità di osservare meglio momenti ed esperienze e di farne tesoro; magari rielaborarle in futuro, quando le rileggeremo. Non è la stessa cosa farlo con un tablet o un PC. Quando scriviamo a mano, si apre un canale, una connessione, tra la nostra mente e il nostro corpo: compiamo un’azione fisica che ci differenzia dagli altri e che appartiene solo a noi (grafia) e nella quale non esiste un correttore automatico o un suggeritore: sta a noi trovare le parole giuste per descrivere i nostri pensieri e dare loro una forma con le nostre mani.   

Numerosi studi confermano che scrivere a mano favorisce la capacità mnemonica, la concentrazione e il senso critico, perché stimola la capacità di focalizzarsi sugli obiettivi, organizzando idee, pensieri e opportunità.

In tempi di globalizzazione, scegliere ogni tanto di scrivere a mano, significa anche fare un piccolo passo controcorrente per estraniarci in uno spazio tutto nostro, nel quale dare forma espressiva alla nostra unicità.

Una buona comunicazione nasce anche da scelte come questa: concedersi il tempo di accogliere e ascoltare quello che abbiamo dentro e farlo nostro.

FIORI AUSTRALIANI E COMUNICAZIONE

BUSH FUCHSIA

(Epacris longiflora)

La pianta cresce in penombra, nelle brughiere e nel sottobosco di foreste secche. I fiori, lunghi e tubolari, sono di colore rosso con le punte bianche. L’essenza favorisce chiarezza nella comunicazione, bilanciando l’ascolto del lato intuitivo e di quello razionale. Dona fluidità nel linguaggio e migliora la concentrazione.

DAGGER HAKEA

(Hakea teretifolia)

Dagger Hakea fiorisce in tarda primavera, con fiori bianchi o crema, emanando un gradevole profumo di miele e cannella, tra i più gradevoli tra i fiori selvatici australiani. L’essenza aiuta a elaborare stati d’animo di amarezza, rabbia e risentimento, favorendo l’espressione aperta ed equilibrata del proprio pensiero e dei propri sentimenti. A livello fisico svolge un’azione drenante sul fegato.

Le essenze vanno assunte in diluizioni opportunamente preparate

7 gocce la mattina e 7 gocce la sera

“Se vogliamo essere maggiormente connessi con gli altri non dobbiamo mandare loro più SMS, ma dobbiamo ascoltarli di più.” (Thich Nhat Hanh)

Mindfulness psicosomatica per il benessere nella vita lavorativa

Mindfulness psicosomatica per il benessere nella vita lavorativa

“Il miracolo non è quello di camminare sulle acque, ma di camminare sulla terra verde nel momento presente e d’apprezzare la bellezza e la pace che sono disponibili ora.” – (Thich Nhat Hanh)

Benessere interiore e vita lavorativa sono strettamente correlati: quanto più una persona è aperta e consapevole delle proprie risorse mentali, emotive e fisiche, quanto più saprà attingere ad esse nell’affrontare situazioni stressanti o che creano difficoltà, tensione e ansia, senza farsi trascinare da impulsività o reattività del momento, ma rispondendo in modo equilibrato alle circostanze e necessità contingenti.

I ritmi di lavoro e di vita odierni rendono difficile la conciliazione tra le nostre necessità e attitudini individuali e quanto ci viene richiesto a livello professionale e sociale.

Vediamo alcuni aspetti che creano maggior e difficoltà e che possono essere condizionanti per il benessere psicofisico:

  • Mancanza di separazione netta tra lavoro e altro: si torna a casa e si continua a lavorare, con il cervello e con il telefono. Smartphone e internet hanno fatto uscire il lavoro dai confini degli uffici-luoghi di lavoro, riducendo o eliminando la separazione casa-lavoro-hobby-altro…
  • Multitasking, è un bene o un male? Fare più di una cosa alla volta riduce l’attenzione e aumenta la superficialità dei contenuti. Essere coscienti e concentrati su un argomento principale permette di analizzarlo, risolverlo e introdurre creatività nella soluzione.
  • Distrazioni multiple e continue, come tenerle a bada?

Le distrazioni nel mondo lavorativo attuale sono in aumento costante, occorre essere consapevoli che alcune sono appunto “distrazioni” e vanno trattate come tali. L’uomo è un animale assetato di informazioni e si lascia trasportare senza una meta e senza sosta, ma subire informazioni senza comprenderle ed analizzarle non ha valore aggiunto, sapere qualcosa solo per il solo “gusto” di saperla è inutile.

  • Nella giornata lavorativa, il lavoro non ha fine temporale: ovvero non riusciremo mai a fare tutto quello che potremmo o a chiudere tutte le pratiche aperte, quindi vanno fatte delle scelte. Occorre essere coscienti e centrati nel saper dire di no in base alle priorità e non in base alle esigenze temporali.
  • Immersi nella frenetica quotidianità, si fa fatica a trovare la “passione”, ovvero l’aspetto del piacere nel fare le cose, ci vuole coscienza e allo stesso tempo creatività, per alimentare la nostra necessità quotidiana di soddisfazione nel fare qualcosa.

La pratica della Mindfulness, risulta essere di grande aiuto nell’affrontare, o meglio “attraversare”, queste difficoltà, in quanto aiutando le persone a rimanere nel momento presente, rinforza la capacità di rispondere alle esigenze e circostanze del momento con maggiore equilibrio e centratura.

Numerosissime ricerche e studi scientifici di livello internazionale, hanno validato l’efficacia e utilità della mindfulness in molteplici ambiti:

  • Riduzione di stress, ansia e depressione,
  • Riduzione di aggressività e impulsività;
  • Capacità di accrescere l’autostima;
  • Migliorare l’intelligenza emotiva – gestione delle emozioni e dell’empatia
  • Miglioramento della capacità di orientarsi verso soluzioni funzionali e produttive (problem solving);
  • Maggiore apertura verso le novità e possibilità;
  • Incremento della capacità di circoscrivere problemi e criticità alla realtà contingente;
  • Maggior apertura mentale e propensione ad attingere alla propria creatività nella gestione e risoluzione di conflitti;
  • Miglioramento abilità comunicative;
  • Rinforzo dell’attitudine e apertura all’ascolto 
  • Migliorare la comunicazione e l’attenzione in ambito lavorativo e scolastico.

Il termine Mindfulnessè la traduzione della parola Pali “sati”, che significa consapevolezza. Indica uno stato di “pienezza della coscienza”, nel quale si sperimenta uno stato di consapevolezza del momento presente, esente da giudizio, stando nel corpo, nel “qui e ora”. Le origini della mindfulness affondano nella filosofia buddhista e l’introduzione della sua pratica in ambito medico-terapeutico, è avvenuta grazie agli studi del biologo e professore americano Jon Kabat-Zinn – della School of Medicine dell’Università del Massachusetts – il quale fondò, alla fine degli anni Settanta, la Stress Reduction Clinic all’Università del Massachusetts, dove sviluppò il suo programma per la Riduzione dello Stress e per il Rilassamento (dall’inglese, Stress Reduction and Relaxation Program.

Ne corso degli anni, il suo programma di riduzione dello stress attraverso la mindfulness (MBSR), ha portato alla nascita di nuovi programmi terapeutici applicati in molteplici campi.

PROTOCOLLO MINDFULNESS PSICOSOMATICA (PMP)

La Mindfulness Psicosomatica (PMP), è un sistema orientato alla consapevolezza di sé e alla crescita personale, che associa alla pratica della mindfulness, tecniche di consapevolezza corporea, emotiva e cognitiva, quali body flow, esercizi di energetica (dolce e forte), body scan psicosomatico (1°grado intensità), consentendo di sperimentare uno stato di consapevolezza globale di sé, che supera la divisione mente, corpo, emozioni.

L’ approccio integrato (corporeo-emotivo-cognitivo) che si sperimenta nel corso degli incontri, risulta particolarmente utile anche nella riduzione di:

  • Iperattività mentale;
  • Chiusure emotive;
  • Bassa sensibilità corporea e rigidità nel corpo

La Mindfulness Psicosomatica PMP prevede tre tecniche fondamentali:

CONSAPEVOLEZZA DEL RESPIRO – MINDFULNESS

E’ l’esperienza centrale degli incontri del percorso e consiste nel portare l’attenzione al proprio respiro e ai movimenti dell’addome nelle fasi di inspirazione ed espirazione, stando presenti a quello che c’è, momento per momento, con atteggiamento accogliente e non giudicante.

Con il proseguire della pratica si arriva a poco a poco – ognuno con i propri tempi individuali – all’esperienza della consapevolezza del proprio respiro, che successivamente viene esteso alla consapevolezza dei propri pensieri, stati d’animo ed emozioni, fino a comprendere la realtà e ambiente che ci circonda(consapevolezza globale di sé)

Successivamente, si sperimentano le altre due principali tecniche del percorso:

BODY SCAN PSICOSOMATICO

Da questo spazio di percezione interiore, proseguendo l’ascolto consapevole del respiro, si porta gradualmente l’attenzione nelle varie parti del corpo, descrivendo le sensazioni e l’esperienza che si prova, momento per momento.

Si tratta di “guardare” e accogliere le esperienze interne – piacevoli e spiacevoli- senza giudicarle, semplicemente accogliendole per quello che sono.

Durante la pratica, portando l’attenzione al nostro interno, è possibile cogliere alcune differenze: ad esempio percepire parti del corpo più leggere o pesanti.

Prendendo consapevolezza delle tensioni (muscolari e posturali) e delle emozioni trattenute ad esse collegate, si impara a poco a poco ad accoglierli e scioglierli, trasformandoli in risorse ed energia per noi.

ENERGETICA (BODY SCAN ATTIVO)

Gli esercizi di Energetica Dolce (Yin) e Forte (Yang), sono finalizzati all’esplorazione dinamica del corpo in movimento, che consentono di portare consapevolezza alle energie corporee, fluide o bloccate.

In particolare, attraverso gli esercizi di energetica dolce si sperimenta il piacere della lentezza dei movimenti nella loro fluidità, il rilassamento, il senso di leggerezza e armonia, andando a sciogliere le tensioni muscolari e le principali protezioni di difesa collegate ai blocchi (petto, gola, stomaco e pancia) e zone del corpo con minore sensibilità (bacino e parte inferiore della schiena).

Gli esercizi di Energetica Forte consentono invece di accedere alle proprie capacità di difesa e forza, permettendo allo stesso tempo di scaricare gradualmente e in modo consapevole, l’aggressività. Con l’energetica yang si ricontatta la sensazione del proprio potere personale e il senso di radicamento nel proprio corpo.

Durante il percorso, si impara gradualmente ad attingere alle proprie risorse positive e potenzialità, recuperando energia, a beneficio del nostro equilibrio interiore e psicofisico, riscoprendo il piacere di esprimere il proprio potenziale e, quindi, di vivere pienamente.